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Foibe. Luoghi conflittuali della memoria sociale

di Luca Mori (Aprile 2007)

Il paper di Luca Mori ci aiuta a riflettere sulla conflittualità che generano i luoghi della memoria. Nonostante ci sia largo consenso sull’importanza del ricordo, resta però controverso cosa si debba ricordare. Lo provano le polemiche che ancora una volta nel 2007 hanno accompagnato la giornata del 10 febbraio, giorno del ricordo delle vittime delle foibe.
In generale si accusano le amministrazioni di sinistra di fare “convegni negazionisti” e quelle di destra di puntare a indebiti “revisionismi” e particolare scalpore ha fatto la polemica del presidente croato contro le parole del presidente della Repubblica Napolitano accusato di “aperto razzismo” e “revanscismo”.
Chi cerca “fatti” trova sovente “interpretazioni”. Eppure, resta legittima la domanda: “cosa accadde?”. E ancora: “Chi decide (come si decide) cosa dovremmo ricordare, di quanto è accaduto?” E perché dovremmo ricordare?
Celebrare il ricordo è un esercizio sterile se rimane l’appuntamento di un giorno all’anno, e se non conduce a praticare la memoria.
Il problema è che il negazionismo o il revisionismo hanno nella semplicità della spiegazione la loro forza: prendono un fatto, lo isolano e si costruiscono una bandiera, un alibi, un simbolo.
Proprio perché sono luoghi così potentemente conflittuali della memoria, invece, delle foibe si deve discutere: testimoniano ad esempio che sono degenerati in violenza e in egocrazie/egolatrie sia programmi e visioni deliranti di superiorità razziale, sia programmi e visioni escatologiche di emancipazione collettiva. E segnalano che anche le democrazie possono stare al gioco, o finiscono per scimmiottarlo.

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