di Antonio Castagna / scritto il 08-01-2008
Un articolo di Mirko Tepavac, pubblicato su “Internazionale” del 7 dicembre 2007, si focalizza sulla discussione in corso tra Kossovari, che vogliono l’indipendenza, e serbi, che invece vogliono mantenere la sovranità su quel territorio, abitato soprattutto da albanesi. La posizione dell’autore è molto chiara, accusa i serbi di lasciarsi strumentalizzare dalla Russia, che avrebbe tutto l’interesse di tenere la Serbia sotto controllo per meri calcoli geopolitici. Tale situazione però finisce per sottrarre sovranità alla Serbia, spingendola per giunta lontano dall’Unione europea, che invece sarebbe una concreta possibilità di integrazione sia per i serbi che per gli albanesi. La questione allora non sarebbe più, secondo l’autore dell’articolo, “cosa diventerà il Kossovo, ma dove vuole andare la Serbia”. La domanda posta in questo modo ridefinisce completamente il problema, ma al contempo impone ai serbi il coraggio di sostare in una domanda che li costringa a riflettere. Le domande chiuse, con le risposte già predefinite, del tipo: “il Kossovo è territorio serbo”, oppure “il Kossovo è territorio albanese”, sono più rassicuranti, non impongono riflessioni e portano dritte alla guerra. Il problema è però a quali condizioni noi esseri umani, diventiamo capaci di cambiare domanda?
(Antonio Castagna)