di Moira Moser / scritto il 12-09-2005
E’ l’11 settembre. Mentre mi accingo a pranzare con la mia famiglia, vengono trasmesse le immagini che quattro anni fa “sconvolsero il mondo”…..E la mia memoria torna a quel giorno, un giorno normale, come tanti altri, sembrava, ma anche così profondamente diverso. Va a quel pomeriggio tranquillo in cui attonita assisto all’annuncio dell’edizione straordinaria del telegiornale e vedo scene che mai avrei voluto vedere. E ci ripenso oggi, a quattro anni di distanza, mentre lo slogan invita a non far prevalere l’odio. Quattro anni in cui l’orrore si è ripetuto più volte ed il terrore va invadendo la nostra effimera quiete. Ci ripenso oggi che il Presidente Bush sceglie di non partecipare alla commemorazione per le vittime dell’11 settembre 2001, ma preferisce volare nelle zone colpite da un altro disastro. Altre immagini di desolazione e morte la cui causa è un uragano dal nome di donna, Katrina. Un nome dato dall’uomo ad una manifestazione della natura, segno ancora una volta della sua mania di onnipotenza e di controllo.Immagini di desolazione e morte “questa volta non dovute all’azione dell’uomo” come asserito dal Presidente americano. Forse è vero, forse è una consolazione per la specie umana, ma io sono triste oggi come lo ero quattro anni fa e come lo sono negli ultimi giorni quando rivedo gente disperata e cadaveri galleggiare. Due situazioni distinte, certo, lo scontro di due mondi se vogliamo, quello del potere colpito al cuore nel 2001 e quello di migliaia di abitanti dei sobborghi di New Orleans, che piangono il poco che avevano e che a detta di qualcuno dovrebbero ringraziare Katrina per essere stata la loro salvezza. Ma in fondo tutti persone e tutti vittime di un mondo che l’uomo ha contribuito a creare…..Le immagini finiscono. Ricomincia la normale programmazione della rete. La gente torna alle proprie attività. Io mi siedo a tavola e la tristezza con me. Quella tristezza che secondo Pagliarani è un appello dall’interno che chiede all’uomo di fermarsi, che gli dice che ha appena vissuto un momento importante e non bisogna rimuoverla subito e far finta che non fosse niente.
(Moira Moser)