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Alfonso Maurizio Iacono, Ospite, ostile

Il Tirreno, 27 aprile 2015 / scritto il 19-05-2015

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E così ad ascoltare la relazione del ministro Paolo Gentiloni sulla morte di Lo Porto c’erano 35 (trentacinque) parlamentari. Un vero affollamento. Tutti presi dall’Italicum e dal braccio di ferro fra Renzi e le sue minoranze, stanno dimenticando i 700 morti in mare. Dopo quello che è accaduto online e quanto è stato violentemente scritto sui migranti e la loro tragedia, vi è un richiamo al realismo. Lo ha fatto Raffaello Morelli sulle pagine di questo giornale, gli ha risposto Claudio Frontera. Troviamo soluzioni realistiche e in modo pragmatico. Ma cosa vuol dire esattamente? Triton, il sistema di intervento sui barconi e sui profughi che ha sostituito Mare Nostrum, facendolo rimpiangere grandemente, e che si sta dimostrando, come gli esperti avevano abbondantemente avvertito, insufficiente se non dannoso, non è abbastanza pragmatico e realistico? E’ realistico e pragmatico fare quello che fa l’Europa, cioè lo struzzo? Quest’animale ha sicuramente tante qualità, ma nel momento del pericolo, non mi sembra che la sua soluzione, quella di nascondere la testa sotto terra, sia sufficientemente realistica e pragmatica. Incontrando gli alunni di alcune scuole superiori emiliane, mi è capitato di ascoltare l’intervento di un brillante ragazzo, il quale sosteneva realisticamente che in fondo non bisognava prendersela con l’Europa perché aveva già fatto molte cose per il fenomeno dell’immigrazione. Conoscendo questi giovani studenti seguiti da bravi insegnanti, sensibili al sapere e alla questione dell’altro, così come se ne trovano in tutto il nostro paese e in tutte le nostre scuole, al conforto di vedere che vi sono veramente delle forze giovani su cui scommettere e sperare per il futuro del nostro paese, mi si accompagnava la constatazione di quanto essi siano fortunati rispetto a milioni di loro coetanei nel mondo che non hanno vestiti firmati e capelli pettinati all’ultima moda e la cui vita non vale quasi niente. Dopo avere elogiato quel giovane bravo studente, che aveva così ben esposto la sua relazione, ho risposto che no, l’Europa non aveva e non fa abbastanza e che il suo discorso mi sembrava quello realistico e pragmatico di un politico di oggi. Il problema è proprio questo: il realismo e il pragmatismo non possono sostituire né la dimensione umana né la dimensione etica del nostro rivolgerci a chi ha bisogno di essere accolto e invece è respinto come un nemico. Purtroppo le parole ospite, ospitalità hanno la stessa radice etimologica di ostile, ostilità. Sta a noi scegliere e, come usa dire oggi, disambiguare, facendo prevalere il senso dell’ospitalità. L’ambivalenza tra l’essere ospitali e l’essere ostili è dentro noi stessi. Non vi è realismo né pragmatismo politico che possa farci fuggire dal nostro lato oscuro. Occorre dell’altro. La politica non può bastare a se stessa.